La storia del PNSD

Breve storia del PNSD

Nel 2007 si è discusso per la prima volta di un Piano Nazionale per la Scuola Digitale che aveva l’obiettivo principale di modificare gli ambienti di apprendimento e promuovere l’innovazione digitale nella Scuola.

 DAL 2008 AL 2012

  • Azione LIM Promossa per la prima volta nel 2008, prevedeva la diffusione capillare della Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) nella didattica in classe. La LIM era vista come un oggetto dalle sembianze simili alla lavagna di ardesia che doveva entrare nelle classi, senza stravolgerle e consentendo una graduale familiarizzazione dei docenti con le tecnologie. Con questa azione sono state assegnate 35.114 LIM grazie ad uno stanziamento complessivo di 93.354.571 euro, di cui 80.937.600 euro per l’acquisto di LIM e 12.416.971 euro per la formazione di 72.357 docenti all’uso sia tecnico che didattico delle LIM stesse.
  • Azione Cl@ssi 2.0 Caratterizzata dallo slogan “non più la classe in laboratorio, ma il laboratorio in classe” aveva l’obiettivo di stimolare l’ideazione e la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi. Il progetto ha riguardato, dal 2009 e nei 3 anni successivi, 416 classi di ogni ordine e grado, per un finanziamento complessivo di euro 8.580.000 per l’acquisto delle dotazioni tecnologiche e di euro 1.944.857 per supporto e formazione.
  • Azione Scuol@ 2.0 Avviata nel 2011 con uno stanziamento di euro 4.500.000 ha consentito a 14 istituti scolastici di percorrere una linea di innovazione molto avanzata, attraverso strategie che coniugassero l’innovazione nella programmazione didattica con nuovi modelli di organizzazione delle risorse umane ed infrastrutturali dell’istituzione scolastica.
  • Azione Editoria digitale scolastica Avviata nel 2010 e finalizzata alla produzione di contenuti digitali in 20 istituti scolastici, ripartiti tra i vari ordini e gradi di scuola con un finanziamento di circa 4.400.000 euro.
  • Accordi MIUR/Regioni Per accompagnare il processo di innovazione digitale in maniera più capillare sul territorio sono nati gli accordi MIUR – Regioni, in grado di garantire una maggiore sinergia e collaborazione tra il livello centrale e quello regionale. Tali accordi, sottoscritti il 18 settembre 2012 per investimenti ulteriori di 33 milioni di euro, hanno consentito di assegnare ulteriori 1.931 LIM, formare 905 Cl@ssi 2.0 e 23 Scuole 2.0.
  • Azione Centri Scolastici Digitali (CSD) Nata per soddisfare esigenze di scuole situate in territori particolarmente disagiati dal punto di vista geografico (decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179), ha permesso di attivare 45 iniziative di sostegno a scuole situate nelle piccole isole o nelle zone montane, dotandole di infrastrutture tecnologiche e collegandole a scuole in centri urbani.

In sintesi, la strategia degli investimenti 2008- 2012 ha inteso portare il digitale in classe per rivolgersi a un numero elevato di studenti, indipendentemente dalle discipline trattate

NEL 2013 E 2014

  • Azione wi-fi L’articolo 11 del decreto-legge n. 104 del 2013 ha stanziato 15 milioni di euro per la connettività wireless nelle scuole. In particolare, sono stati stanziati 5 milioni di euro per il 2013 e 10 milioni di euro per il 2014 che hanno consentito di finanziare complessivamente 1.554 progetti (avviso Miur n. 2800 del 12 novembre 2013).
  • Azione Poli Formativi Sono state individuate alcune istituzioni scolastiche (c.d. Poli formativi) per l’organizzazione e la gestione di corsi di formazione sul digitale rivolti ai docenti. Nello specifico, a seguito di apposito avviso pubblico le scuole interessate (sia come singole che organizzate in rete) sono state invitate a presentare i propri progetti formativi, rispetto ai quali quelli migliori sono stati selezionati per svolgere il ruolo di Poli formativi e, pertanto, hanno avuto il compito di organizzare e gestire la formazione dei docenti così come descritta nel progetto selezionato. Per le attività di formazione i Poli formativi si avvalgono di docenti competenti in materia individuati sulla base di elenchi provinciali (selezione del 2013) o regionali (selezione del 2014) predisposti dai rispettivi Uffici scolastici regionali a seguito della presentazione di candidature volontarie da parte di docenti interessati. Si tratta, infatti, di un’attività di formazione tra pari. Per il funzionamento dei poli formativi, sono stati stanziati 600.000 euro per l’anno 2013 (decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 11 ottobre 2013, n. 821) che hanno consentito la creazione di 38 poli formativi interprovinciali e 1 milione di euro per l’anno 2014 (decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 2 ottobre 2014, n, 762, in attuazione dell’articolo 16, comma 1, lett. f) del decreto-legge n. 104 del 2013), che ha consentito la costituzione di 18 poli formativi regionali. Sono state registrate 25.056 richieste da parte di docenti, mentre, si sono autocandidati quali formatori 2.473 tutor, scelti tra docenti di ogni ordine e grado.
  • Il processo di digitalizzazione si è sviluppato anche attraverso risorse stanziate a livello europeo con la Programmazione operativa nazionale (PON Istruzione) 2007-2013 che ha coinvolto tuttavia le sole quattro regioni obiettivo convergenza (Campania, Calabria, Sicilia, Puglia).

Tutto il patrimonio delle esperienze legate alle precedenti versioni del PNSD e al PON Istruzione è stato documentato e reso pubblico da una collaborazione tra RAI, MIUR e Indire, attraverso una serie di puntate di Rai scuola e la trasmissione “Generazione digitale”. Un corpus piuttosto esteso dei materiali utilizzati per la formazione continua dei docenti realizzati in seno alle azioni PNSD e PON è pubblicato sulla piattaforma-repository curata e gestita da Indire, Scuola Valore, recentemente aperta ad accesso pubblico.

OGGI

 Sono 326.000 le aule degli oltre 33.000 plessi scolastici “attivi”: il 70% è connessa in Rete in modalità cablata o wireless (ma generalmente con una connessione inadatta alla didattica digitale), il 41,9% è dotata di LIM e il 6,1% di proiettore interattivo. Sono in totale 65.650 i laboratori delle scuole, per una media di 7,8 per istituto. Di questi, l’82,5% è connesso in Rete in modalità cablata o wireless, il 43,6% è dotato di LIM e il 16,9% di proiettore interattivo.

 

Una stima generale, sommando le dotazioni di aule, laboratori e biblioteche scolastiche, indica in circa 1.300.000 unità le dotazioni tecnologiche a disposizione delle scuole (605.000 nei laboratori, 650.000 nelle classi e la cifra restante nelle biblioteche). Un sintetico dato del rapporto tecnologie/alunni ha registrato nell’ultimo anno un passaggio da una media nazionale di 1 device ogni 8,9 alunni ad una di 7,9: seppure il dato non consenta interpretazioni qualitative, si tratta di una dimostrazione che la penetrazione della scuola digitale è fatto concreto. Sono questi i dati contenuti nell’Osservatorio tecnologico gestito dal MIUR e riferiti alle rilevazioni dell’anno scolastico 2014-2015