L’Animatore Digitale

Animatore Digitale

 

L’Animatore Digitale (AD) è un docente che, insieme al Dirigente Scolastico e al Direttore Amministrativo, avrà il compito di coordinare la diffusione dell’innovazione digitale nell’ambito delle azioni previste dal POF Triennale e le attività del Piano Nazionale Scuola Digitale.

Individuato dal Dirigente Scolastico di ogni Istituto sarà fruitore di una formazione specifica affinché possa “favorire il processo di digitalizzazione delle scuole nonché diffondere le politiche legate all’innovazione didattica attraverso azioni di accompagnamento e di sostegno sul territorio del piano PNSD”.

Si tratta quindi di una figura di sistema e non di supporto tecnico (su quest’ultimo infatti il PNSD prevede un’azione finanziata a parte per la creazione di un Pronto Soccorso Tecnico, la #26, le cui modalità attuative devono ancora essere dettagliate).

Il MIUR chiede alla figura dell’Animatore Digitale di poter sviluppare progettualità sui seguenti ambiti (cfr. Azione #28 del PNSD): Formazione interna; Coinvolgimento della comunità scolastica; Creazione di soluzioni innovative.

Formazione interna: stimolare la formazione interna alla scuola sui temi del PNSD, attraverso l’organizzazione e la coordinazione di laboratori formativi favorendo l’animazione e la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle attività formative.

Coinvolgimento della comunità scolastica: favorire la partecipazione e stimolare il protagonismo degli studenti nell’organizzazione di attività, anche strutturate, sui temi del PNSD, anche aprendo i momenti formativi alle famiglie e ad altri attori del territorio, per la realizzazione di una cultura digitale condivisa.

Creazione di soluzioni innovative: individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da diffondere all’interno degli ambienti della scuola coerenti con l’analisi dei fabbisogni della scuola stessa, anche in sinergia con attività di assistenza tecnica condotta da altre figure (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la scuola si è dotata, uso di software didattici, uso di applicazioni web per la didattica e la professione docente, pratica di una metodologia comune basata sulla condivisione “via cloud” o web, informazione su percorsi di innovazione e progetti esistenti in altre scuole e agenzie esterne).

 

Coerentemente con quanto previsto dal PNSD (azione #28), l’”animatore digitale” dell’Istituto, individuato nella figura del docente Rancati Stefano, presenta il proprio piano di intervento suddiviso nel triennio, assieme al “team per l’innovazione digitale”, individuati negli insegnanti Parolari Elena, Fugazza Ilaria e Marinoni Nazarena, al “presidio di pronto soccorso tecnico” individuato nel docente Bolzoni e a due assistenti amministrativi, Gatta e Busani.

 

In questa prima fase il PNSD invita i docenti a riflettere e valutare su ciò che si vuol fare di innovativo (con le tecnolgie ma non solo) nei prossimi anni e fino al 2020, secondo la linea di azione della legge 107 (Decreto Ministeriale n. 851 del 27 ottobre 2015); tenendo sempre presente, come più volte ribadito nel documento, che il compito principale della scuola è quello di fare buona didattica, con l’aiuto di buoni contenuti, rafforzando le competenze e gli apprendimenti degli studenti.

Al contempo sono previste azioni che, valorizzando le competenze digitali già possedute da ciascun docente (attraverso l’individuazione di circa 10 docenti per ogni istituto), siano in grado di sviluppare dinamiche di lavoro in gruppo e di peer-learning, sviluppando una didattica che tenga conto dei seguenti criteri:

– l’esistenza di obiettivi e risultati didattici;

– la spiccata interdisciplinarietà;

– la validazione scientifica e pedagogica dei contenuti e dei metodi didattici e la valutazione dell’apprendimento;

– la qualità dell’interazione;

– la scalabilità e la capacità generativa dei contenuti, in modo che i siano riutilizzabili su programmi e percorsi.

Alla nostra scuola vorremmo proporre di lavorare sulle competenze: ad esempio potenziando, a livello trasversale, la didattica per problemi (problem-solving o problem-posing). Quindi focalizzare l’attenzione su alcuni “nuovi” strumenti di lavoro il cui funzionamento possa essere di semplice uso e fruibilità (utilizzo di “app” per la didattica sia per le esercitazioni che per l’apprendimento o la valutazione delle competenze, lavoro con “classi virtuali”, impiego della “flipped clasroom”, ecc.).

Questa decisione dovrebbe essere condivisa dal maggior numero di consigli di classe possibile.

 

 

INTERVENTI AD HOC. Chiarite le “pedagogie” che si vogliono perseguire e i mezzi idonei a farlo, l’AD potrà progettare gli interventi di formazione. Si suggerisce di lavorare per interventi trasversali, almeno in questa fase iniziale e poi calarli, successivamente, nei singoli ambiti disciplinari.

 

VALUTAZIONE e AUTOVALUTAZIONE. Al termine dell’anno scolastico l’AD potrà già elaborare alcune preliminari conclusioni sui primi interventi ed approcci da lui coordinati. Ad esempio potrà esprimersi sul grado di partecipazione dei propri colleghi in seno alla fase di RICOGNIZIONE e alla fase di INTERVENTO, mediante la compilazione di rubriche ad hoc. Allo stesso modo, per deontologia professionale e per trasparenza, è bene che chieda ai colleghi un giudizio sul suo operato, anche per poter eliminare, per i mesi a venire (non dimentichiamo che l’AD è in carica 3 anni), eventuali criticità motivate da inesperienza e complessità dell’incarico.